Quando sono a casa dei miei penso che finalmente posso guardare Sky e vedere nuovi film. Tuttavia, il mio entusiasmo cala nel momento in cui mi rendo conto che quelli che trasmettono sono sempre gli stessi replicati all'infinito. Non c'è giorno in cui non venga trasmesso un cinepanettone, come se questo fosse il rappresentante più significativo del genere comedy. Perchè non fare allora Sky trash? Sarebbe un canale perfetto. Capita quindi di rado di vedere un film che mi sono persa e in questo caso si tratta di "The impossible", la produzione
Il regista è J.A Bayona, artefice dell'inquietantissimo The Orphanage e che purtroppo pare ora essersi totalmente "hollywoodizzato" accettando la regia dell'inutilissimo sequel di Wold War Z. Ho sempre capito la logica di un sequel dietro a un bel film, ma dietro a uno mediocre no. Va bene che"soccomunque soldi" à la Mariottide, però a tutto c'è un limite.
Naomi Watts con la vera Maria |
"Oops" |
Davanti a loro sembra dunque prospettarsi la vacanza perfetta, fino all'arrivo dell'onda gigantesca che finirà per separarli.Inizialmente, il focus è sulla madre, gravemente ferita, che insieme al figlio più grande, Thomas (Thomas Holland), cerca di trovare un riparo, riuscendo alla fine, grazie all'aiuto della popolazione locale, ad arrivare in ospedale, dove madre e figlio vengono per errore separati.
"Niente Gardaland l'anno prossimo" |
Dopo innumerevoli scene di sconforto, ansia, disperazione, stanchezza, in modo alquanto miracoloso la famiglia riesce a ricongiugersi, mettendo quindi un lieto fine a questa tragica vicenda.
La storia è veramente straordinaria, trattasi di un miracolo, e in casi come questi è facile cadere nella ruffianata strappalacrime e The Impossible lo è. In ogni scena, infatti, sembra che ti pungolino per farti piangere per forza e questo è accettabile fino ad un certo punto. Non c'è grande obiettività, si viene trascinati all'interno della storia con la stessa forza dell'onda che colpisce i protagonisti e si viene immediatamente presi dal forte carico emozionale, creato non tanto dai personaggi quanto dalla vicenda e dalla cornice in sè. L'unica eccezione è il personaggio di Thomas, l'emergente Thomas Holland che assomiglia tantissimo a Jamie Bell e che, alla sua prima esperienza recitativa, riesce a tenere sulle spalle gran parte del film, mostrando intensità e maturità e creando molta più empatia di una Naomi Watts moribonda, la cui nomination all'Oscar pare totalmente ingiustificata. Le scene con il figlio maggiore sono appunto le migliori e quando si vede Ewan McGregor girare e disperarsi, non si vede l'ora che la telecamera torni su Thomas.
Anche i fratellini più piccoli dimostrano di essere forti e maturi e mi fa pensare al fatto che solo in Italia i bambini vengono spesso ritratti come dei deficienti. Il punto debole sono quindi gli adulti, feriti e sconfortati, tanto da sembrare quasi assenti.
Complessivamente, mi viene in mente la frase famosa di zio Ben di Spiderman: " da un grande potere derivano grandi responsabilità". In questo caso, "da una grande storia derivano grandi responsabilità" e purtroppo il film non riesce a farle giustizia, puntando tutto sull'effetto emotivo trascurando altri aspetti che magari avrebbero potuto rendere il tutto migliore.
Voto 6\10
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