Era il 1971 quando il documentarista Bruce Brown raccontò
con il suo “On Any Sunday” il mondo del
motociclismo, caratterizzato dalle sue diverse gare e da una grande passione
comune. Famosissima è la scena in cui Steve McQueen, notoriamente
amante dei motori, insieme a dei suoi amici sfreccia per le dune di una spiaggia,
divertendosi come un matto.
Questo film ricevette nel 1972 una nomination agli Oscar
come miglior documentario ed è considerato da molti come il punto di partenza
per tutto ciò che riguarda il cinema e la moto.
A più di quarant’anni di distanza, il figlio di Bruce, Dana
Brown, anch’egli affermato documentarista, accetta l’eredità del padre e gira
il sequel: “On Any Sunday-The next chapter”.
La produzione è Red Bull Media House (ebbene sì, hanno anche una casa di
produzione cinematografica) in collaborazione con KTM. Si può quindi facilmente
intuire la massiccia dose di enterteinment adrenalinico. Durante la
visione, infatti, assistiamo al free style, al flat track e dirt track, motocross e moto gp, andando a conoscere i diversi
campioni che rappresentano ognuna di queste categorie, tra cui Marc Marquez, Dani Pedrosa, Travis Pastrana e Carlin Dunne.
A differenza della prima
opera, qui, scopriamo anche la persona dietro al pilota, la passione che lo guida e il lavoro per mantenersi concentrato.
Conosciamo così l’australiano Robbie Maddison, campione di
free style, per il quale saltare non è questione di follia, ma semplicemente
voglia di realizzare un sogno. Lo vediamo mentre si prepara a saltare da una
pista di sci di salti, ma, soprattutto, conosciamo la sua famiglia: sua moglie
che lo supporta nonostante le preoccupazioni e il figlioletto che guarda papà
come se fosse un supereroe. Sempre per il free style, vediamo anche Travis
Pastrana eseguire acrobazie folli al Nitro Circus, di cui è lui stesso ideatore
insieme a Johnny Knoxville (Jackass). Inoltre, seguiamo le
sue giornate, le sue “domeniche”, fatte di giri per i boschi vicino a casa sua con amici, come Douglas Henry, campione
crossista presente nella Hall of Fame. La sua storia ha dell’incredibile e
dovrebbe essere un insegnamento per tutti: rimasto paraplegico dopo un
incidente, non ha mollato e ha realizzato una moto che potesse guidare usando
le braccia.
Non solo lui, ma anche Jake McCollough, pilota non professionista,
che ha la possibilità di praticare dirt
track grazie ad una protesi specifica per guidare la moto.
Sempre per il tema disabilità, durante la visione,
incontriamo anche Ashley Fioleck, che nonostante sia sordomuta dalla nascita, è
una pilota di motocross professionista. Il padre le ha trasmesso la passione e non l'abbandona mai, diventando la sua “ voce”.
Proprio la famiglia è una componente molto importante di
questo secondo capitolo, forse la più rilevante. Dalle diverse testimonianze e
immagini, infatti, apprendiamo che la passione per la moto è una “cosa” di
famiglia. Non solo i padri, ma anche le madri stesse, che superano le loro
preoccupazioni per incoraggiare i figli a coltivare i propri talenti e le
proprie passioni. Un esempio, in questo caso, è James Stewart, giovane pilota di
motocross, il cui primo giro in moto l’ha fatto dopo pochi giorni essere uscito
dall’ospedale alla nascita. Adesso, quando vince una gara pretende che sul
podio salgano insieme a lui anche i genitori.
Un altro esempio lo vediamo nella Moto GP, con Marc Marquez
spesso accompagnato alle gare dal padre. A proposito di Moto GP, molto
interessanti e per niente banali sono state le affermazioni del suo compagno di
squadra Dani Pedrosa, circa la sensazione di guidare una moto.
Le due ruote però non sono solo fonte di spettacolo e
d’intrattenimento, ma possono anche diventare un mezzo necessario: ad Ho Chi Min, capitale del Vietnam, usare un’auto per i
trasferimenti è impensabile e la moto diventa il mezzo essenziale per spostarsi e
portare con sé di tutto, dal cibo ai pesci d’acquario.
Spostandoci in Africa, invece, scopriamo, che la moto è fondamentale per garantire le cure mediche ai villaggi difficilmente
raggiungibili. Grazie al progetto Riders for health, i medici africani vengono
muniti di moto da cross per poter percorrere le strade, spesso inesistenti, che
conducono ai villaggi.
Complessivamente “On any Sunday-the next chapter” è un
documentario fatto molto bene anche se non è esente da critiche.
Innanzitutto, potrebbe essere considerato una copia estesa e
più approfondita dell’originale: lo stile registico e la presentazione delle
diverse competizioni è molto simile per non dire identico. Probabilmente è una cosa
voluta, ma rivedendo il primo capitolo mi è sembrata un po’ troppo uguale. Inoltre, alcuni temi e alcune affermazioni alla lunga possono
risultare un po’ ridondanti, come ad
esempio l’eccessivo parlare della famiglia o il fatto che guidare una moto fa
sentire liberi. Non metto in dubbio che sia vero, d’altronde lo dicono tutti,
però il problema è che lo dicono proprio tutti in ogni singolo corto o progetto video motociclistico.
Un’altra cosa che non mi è piaciuta molto è il focus troppo
americano. Quella che ci viene data è una panoramica del mondo motociclistico
prevalentemente a stelle e strisce, con delle piccole parentesi canadesi,
vietnamite e africane. L’Europa, ad eccezione della Spagna, è stata quasi del tutto tagliata fuori. Mi
aspettavo che si parlasse di TT ad esempio, ma evidentemente non essendo un evento sponsorizzato da Red Bull è stato escluso. Un altro aspetto che mi ha
sorpreso è la totale assenza di Tony Cairoli, l’ 8 volte campione del mondo di
MotoCross e testimonial Red Bull. Non viene mai menzionato, neanche un accenno,
zero, come se non esistesse. Certo, è vero che è uscito un documentario sulla
sua vita sempre di produzione del toro austriaco, però una citazione o qualcosa
forse si poteva fare.
Come già detto, si tratta comunque di un buon documentario e
lo dico da non amante del genere. Le scene con i bambini sono spesso divertenti
e fanno sorridere, lo svolgimento non è noioso, le riprese sono meravigliose e
il tutto è accompagnato da una bella colonna sonora. Inoltre, non è una
pellicola limitata solo agli appassionati di moto, certo loro forse lo apprezzeranno
e capiranno maggiormente, ma anche per chi è assolutamente lontano da questo
mondo può risultare interessante, in quanto sa trasferire molto bene i pensieri
e le emozioni che provano tutti i protagonisti.
Un reminder finale: il film uscirà nelle sale in edizione
“limitata” solo dal cinque al sette di novembre sul circuito The Space Cinema.
Visitate il loro sito per avere ulteriori informazioni.
Voto: 7.5/10
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