martedì 2 settembre 2014

Liberaci dal male

Succede che è un noioso pomeriggio d'agosto ovviamente nuvoloso. In campagna, i passatempi sono quel che sono e le zanzare ti limitano fortemente la vita al di fuori, per cui perchè non andare a vedere un film in multisala? Ovviamente le scelte non sono molte e alla fine si opta per"Liberaci dal male".
Non è estate per me se non si va a vedere un film horror al cinema e dato che questa è stata un'estate un po' "bipolare", anche "liberaci dal male"è una pellicola un po' bipolare, essendo una via di mezzo tra horror e thriller vecchio stile. D'altronde questo è un po' il marchio di fabbrica di Scott Derrickson, che aveva già diretto l'ottimo "esorcismo di Emily Rose", uno dei film che più mi ha traumatizzata, tant'è che ancora adesso, se vedo che si avvicinano le 3.33 del mattino, mi viene l'ansia. Sì, lo so, sono una persona fortemente suggestionabile, ma ho le mie ragioni. Era una notte buia e tempestosa e mi trovavo nella mia stanzetta del collegio insieme alla mia amica a guardare proprio Emily Rose, che guardacaso pure lei stava in collegio. Al momento della scena più spaventosa, mettemmo in pausa e decidemmo di aprire una bottiglietta di prosecco. Il tappo partì colpendo in pieno il bicchiere del lavandino che, cadendo a terra, trascinò con sè tutto quello che c'era sulla sua strada facendo a mezzanotte e passa un casino incredibile. Ovviamente, la pazza del piano si svegliò e con i suoi anfibi cominciò a correre avanti e indietro per il corridoio per poi giungere davanti alla mia porta. Io e la mia amica, terrorizzate, non fiatavamo sperando che se ne andasse, ma cominciò a battere pugni sulla porta dicendo che sapeva che eravamo sveglie. Dopo un po' si arrese, noi tornammo a vedere il film e passammo la notte in bianco per la paura di essere possedute o ammazzate. True Story.
"Il mio radar dice che hai appena scoreggiato"- "WTF?!?"
Comunque sia, se Emily Rose era metà horror e metà thriller giudiziario, "liberaci dal male" è più un horror-thriller investigativo, con il detective Sarchie (Eric Bana) e la sua spalla (Joel McHale di Community) alle prese con violenze domestiche piuttosto pesanti.  Il detective Sarchie è il classico piedipiatti talentuoso e complessato. Ha una capacità speciale che gli permette di capire quando c'è da preoccuparsi. Il mondo lo chiama sesto senso, il film radar. Per questo suo "radar" finisce per trascurare la famiglia, la moglie un po' rompicoglioni Olivia Munn e la figlia iperattiva. Senza accorgersene comincia ad avere visioni, a sentire voci e i Doors ovunque, tant'è che riluttante chiede aiuto a Padre Mendoza (Edgar Ramirez) il primo prete demonologo hipster, che beve e fuma come se non ci fosse un domani. Insieme investigano sul caso delle violenze, dimostrando che il radar del detective Sarchie è perfettamente funzionante e che dietro a questi casi apparentemente semplici, non ci sono pazzi, ma posseduti e tutto per colpa di una cavolo di scritta che appare ovunque. Un po' come quando leggi Berlusconi e ti viene il nervoso, in questo film leggi questa frase in latino e diventi indemoniato. Pensate come sarebbe il mondo se il nome di Berlusconi fosse ovunque.
Il film è una serie di clichè orrorifici, senza comunque spaventare mai veramente. E per dirlo io, che mi spavento anche se mi fanno Bu, deve voler dire qualcosa. Non siamo ai livelli di Emily Rose, dove la formula horror+thriller funzionava bene. Qui purtroppo il regista s'impantana e non riesce a tracciare una linea tra i due generi e alla fine si ha la sensazione di
aver visto nè un horror nè un thriller. In questo modo, il risultato è noioso con un detective che per metà film fa sempre le stesse cose e con l'esorcismo più ripetitivo della storia del cinema, senza manco darti la soddisfazione finale del trasferimento del demone in un altro corpo. L'unico spunto vagamente originale rimane quindi quello di usare la musica dei Doors come una specie di portale tra il mondo vero e quello demoniaco.
Peccato perchè con il cast a disposizione si poteva fare un buon film.

Voto 4/10


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