sabato 24 maggio 2014

Godzilla

Hollywood. Warner Brothers Studios. Un gruppo di produttori è riunito per decidere il prossimo blockbuster da preparare. Le idee scarseggiano, ormai è stato fatto e rifatto praticamente di tutto e pensare a qualcosa di nuovo è fuori discussione, a meno che non ti chiami J.J Abrahams, Guillermo Del Toro o Joss Whedon. I nostri eroi sono seduti attorno ad un tavolo. Nella stanza si percepisce tensione e stanchezza, il brainstoming finora non ha portato alla idea giusta.
Fuori dalla stanza c'è la segretaria costretta ad aspettarli. Non sa più cosa fare, si è messa lo smalto, si è rifatta il trucco, scattata una serie di selfie, che ha poi puntualmente twittato e postato su fb. Si è fatta una certa, ma il gruppo non si arrende.






A: "Raga, ci sono! Jurassic Park 4!".
Raga, sono in pensione! Basta film!
B: " Già deciso di fare".
A: " Accidenti, allora King Kong che va a Parigi."
C: " Che è, King Kong è diventato romantico? No, dai facciamo qualcosa con gli alieni, è da un po' che sono passati in secondo piano... facciamo gli alternativi, alieni buoni che salvano il mondo"
B: " Da cosa? Dagli umani? Nahhh.... Aspettate... ci sono! Gli alieni che salvano il mondo da... Godzilla!"
D: " E mo' spiegami cosa faremmo fare agli umani."
A: " Allora teniamo Godzilla, Godzilla contro King Kong!"
B: "Già fatto."
A: " Da quando questo è un problema?"
Il gruppo torna in silenzio a pensare. Sono tutti talmente concentrati che quasi si possono sentire le rotelle dei loro cervelli girare.
Questo silenzio "cognitivo" viene però improvvisamente interrotto dalle urla della segretaria: "Scarafaggio! Scarafaggio! Mi fanno schifo, aiuto!".
I produttori si guardano negli occhi, si sono tutti illuminati. Ognuno di loro ha avuto la stessa malsana idea: Godzilla contro uno scarafaggio!

Io mi sono immaginata più o meno così il primo passo del percorso che ha portato nuovamente sul grande schermo il lucertolone giapponese. 
Scherzi a parte, il film, comunque,  non è per niente malaccio. Anzi, per le due ore di durata, la pellicola diverte e mette tensione.
Tutto inizia nelle Filippine, quando da una miniera si vede che qualcosa di gigantesco ha preso il largo. Ad investigare c'è la Monarch di Ken Watanbe e Sally Hawkins, una società supersegreta che ha sempre tenuto nascosta la verità dietro la natura degli esperimenti nucleari.
La scena si sposta quindi in Giappone, dove vive e lavora la famiglia di Walter White aka Bryan Cranston. Una volta smessi i panni dello spacciatore di Meth, il buon Bryan ha deciso di dedicarsi alla gestione delle centrali nucleari. I risultati però non sono proprio positivi, dato che tutto va subito alla malora e nel disastro muore anche sua moglie Juliette Binoche.
Passano quindici anni dall'incidente e Bryan Cranston non si dà pace e continua a investigare sulla vera natura del disastro, convinto che un qualche cataclisma non sia una scusa plausibile. Sa di essere vicino a una pista giusta e per questo si mette nei guai ripetutamente.
Il figlio marine, ormai cresciuto nelle fattezze di Aaron Johnson, decide a malincuore di andare in Giappone e farlo ragionare, rinunciando così a trascorrere il tempo della sua licenza con la moglie Elizabeth Olsen e figlio.
Ovviamente padre e figlio si scontrano ed entrambi finiscono nelle mani della Monarch che ora si trova in Giappone a sorvegliare uno scarafaggio gigante.
La situazione degenera velocemente, il muto-platta si sveglia, si fa uno spuntino e scappa per farsi le vacanze alle Hawaii, dove arriva finalmente Godzilla, intento a fargli il sedere a strisce.
Non voglio spoilerare ulteriormente ma in sostanza questo è il film e in particolare la seconda parte: uno scontro continuo tra una coppia di scarafaggi giganti e il fighissimo Godzilla.
Oh mother of dragons!
A tratti ricorda un po' Pacific Rim, che aveva sicuramente una trama più originale, ma in termini d'intrattenimento quello era una noia mortale. Qui come già detto, invece, ci si diverte, ci si affeziona più a Godzilla che ai protagonisti umani e si è in ansia quando quel povero lucertolone viene messo al tappeto.
Tutto scorre via come una birra fresca in estate, anche se ripensadoci il passaggio tra protagonisti umani e  protagonisti "mostruosi" è un po' radicale.
La prima parte, infatti, mostra gli esseri umani nel tentativo di trovare soluzioni. Seguiamo soprattutto un figlio nel cercare di recuperare il rapporto con il padre e di proteggere la sua famiglia. Vediamo questo ragazzo crescere man mano di consapevolezza e di sicurezza durante il suo travagliato viaggio per raggiungere moglie e figlioletto a San Francisco. Lo seguiamo in situazioni di estrema sfiga, in particolare per gli altri e poi, ad un certo punto, il focus si sposta sulla battaglia tra gli scarafaggioni e Godzilla. Da una parte questo è un pregio, perchè dimostra fortemente come l'uomo sia inutile di fronte alla natura e che tutti i piani architettati per arginare il problema alla fine si rivelano nulli; dall'altra però si sente la mancanza di un vero protagonista che prenda in mano la situazione e faccia, insomma, l'eroe.
Si ha solo un uomo in balia degli eventi, ferito, acciaccato, trascinato da una parte all'altra del Pacifico come una marionetta.
Questo è un peccato, perchè quando si hanno a disposizione giovani attori come Aaron Johnson e Elizabeth Olsen, il minimo che si può fare è renderli attivi e sfruttare il loro talento. Lui però qui si ritrova con lo sguardo sempre assente, lei, invece, nelle poche scene in cui appare non fa altro che andare avanti e indietro e piangere.
Tuttavia questo è un difetto che risulta minore in una pellicola che comunque riesce perfettamente nel suo obiettivo: intrattenere.

Voto 7\10





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