Fuori dalla stanza c'è la segretaria costretta ad aspettarli. Non sa più cosa fare, si è messa lo smalto, si è rifatta il trucco, scattata una serie di selfie, che ha poi puntualmente twittato e postato su fb. Si è fatta una certa, ma il gruppo non si arrende.
A: "Raga, ci sono! Jurassic Park 4!".
Raga, sono in pensione! Basta film! |
A: " Accidenti, allora King Kong che va a Parigi."
C: " Che è, King Kong è diventato romantico? No, dai facciamo qualcosa con gli alieni, è da un po' che sono passati in secondo piano... facciamo gli alternativi, alieni buoni che salvano il mondo"
B: " Da cosa? Dagli umani? Nahhh.... Aspettate... ci sono! Gli alieni che salvano il mondo da... Godzilla!"
D: " E mo' spiegami cosa faremmo fare agli umani."
A: " Allora teniamo Godzilla, Godzilla contro King Kong!"
B: "Già fatto."
A: " Da quando questo è un problema?"
Il gruppo torna in silenzio a pensare. Sono tutti talmente concentrati che quasi si possono sentire le rotelle dei loro cervelli girare.
Questo silenzio "cognitivo" viene però improvvisamente interrotto dalle urla della segretaria: "Scarafaggio! Scarafaggio! Mi fanno schifo, aiuto!".
I produttori si guardano negli occhi, si sono tutti illuminati. Ognuno di loro ha avuto la stessa malsana idea: Godzilla contro uno scarafaggio!
Io mi sono immaginata più o meno così il primo passo del percorso che ha portato nuovamente sul grande schermo il lucertolone giapponese.
Scherzi a parte, il film, comunque, non è per niente malaccio. Anzi, per le due ore di durata, la pellicola diverte e mette tensione.
Tutto inizia nelle Filippine, quando da una miniera si vede che qualcosa di gigantesco ha preso il largo. Ad investigare c'è la Monarch di Ken Watanbe e Sally Hawkins, una società supersegreta che ha sempre tenuto nascosta la verità dietro la natura degli esperimenti nucleari.
La scena si sposta quindi in Giappone, dove vive e lavora la famiglia di Walter White aka Bryan Cranston. Una volta smessi i panni dello spacciatore di Meth, il buon Bryan ha deciso di dedicarsi alla gestione delle centrali nucleari. I risultati però non sono proprio positivi, dato che tutto va subito alla malora e nel disastro muore anche sua moglie Juliette Binoche.
Passano quindici anni dall'incidente e Bryan Cranston non si dà pace e continua a investigare sulla vera natura del disastro, convinto che un qualche cataclisma non sia una scusa plausibile. Sa di essere vicino a una pista giusta e per questo si mette nei guai ripetutamente.
Il figlio marine, ormai cresciuto nelle fattezze di Aaron Johnson, decide a malincuore di andare in Giappone e farlo ragionare, rinunciando così a trascorrere il tempo della sua licenza con la moglie Elizabeth Olsen e figlio.
Ovviamente padre e figlio si scontrano ed entrambi finiscono nelle mani della Monarch che ora si trova in Giappone a sorvegliare uno scarafaggio gigante.
La situazione degenera velocemente, il muto-platta si sveglia, si fa uno spuntino e scappa per farsi le vacanze alle Hawaii, dove arriva finalmente Godzilla, intento a fargli il sedere a strisce.
Non voglio spoilerare ulteriormente ma in sostanza questo è il film e in particolare la seconda parte: uno scontro continuo tra una coppia di scarafaggi giganti e il fighissimo Godzilla.
Oh mother of dragons! |
Tutto scorre via come una birra fresca in estate, anche se ripensadoci il passaggio tra protagonisti umani e protagonisti "mostruosi" è un po' radicale.
La prima parte, infatti, mostra gli esseri umani nel tentativo di trovare soluzioni. Seguiamo soprattutto un figlio nel cercare di recuperare il rapporto con il padre e di proteggere la sua famiglia. Vediamo questo ragazzo crescere man mano di consapevolezza e di sicurezza durante il suo travagliato viaggio per raggiungere moglie e figlioletto a San Francisco. Lo seguiamo in situazioni di estrema sfiga, in particolare per gli altri e poi, ad un certo punto, il focus si sposta sulla battaglia tra gli scarafaggioni e Godzilla. Da una parte questo è un pregio, perchè dimostra fortemente come l'uomo sia inutile di fronte alla natura e che tutti i piani architettati per arginare il problema alla fine si rivelano nulli; dall'altra però si sente la mancanza di un vero protagonista che prenda in mano la situazione e faccia, insomma, l'eroe.
Si ha solo un uomo in balia degli eventi, ferito, acciaccato, trascinato da una parte all'altra del Pacifico come una marionetta.
Questo è un peccato, perchè quando si hanno a disposizione giovani attori come Aaron Johnson e Elizabeth Olsen, il minimo che si può fare è renderli attivi e sfruttare il loro talento. Lui però qui si ritrova con lo sguardo sempre assente, lei, invece, nelle poche scene in cui appare non fa altro che andare avanti e indietro e piangere.
Tuttavia questo è un difetto che risulta minore in una pellicola che comunque riesce perfettamente nel suo obiettivo: intrattenere.
Voto 7\10
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